Schiavi di Abruzzo

Ultima modifica 12 luglio 2022

Schiavi di Abruzzo, terra di antiche memorie, si estende su un'area montuosa di oltre 45 chilometri quadrati, alle pendici del monte Pizzuto (altitudine m. 1172 sul livello del mare), sulla confluenza del torrente Sente con il fiume Sangro.

Si suppone che la località, situata a poca distanza dall'antica Terventum (Trivento) e da Pietrabbondante, si trovasse nel territorio dei Sanniti Pentri: forse sede di municipio in epoca romana, ascritto alla tribù Voltrina, come accertano diverse iscrizioni trovate sul posto.

Schiavi di Abruzzo ha un delizioso centro storico (case in pietra decorate da fregi antichi e da portali di pregevole fattura), oltre a testimonianze di artigianato del ferro e del legno. Schiavi di Abruzzo è sorretto da una grande vivacità e da un'attenta analisi delle risorse disponibili, individuate nei servizi e nella promozione turistica: la natura offre infatti stupendi panorami, con la possibilità di creare itinerari turistico-gastronomici, mentre la storia propone l'imperdibile "occasione" dei Templi Italici.

Il nome Schiavi risale al 70 d.C. e deriva da una matrice sannitico-spartachista, derivata dalla presenza di Spartaco sul territorio abruzzese che si era formato nella vicina arena gladiatoria di Larino e quando iniziò la sua insurrezione anti-schiavista e anti-romana, si alleò con la Communitas dei Sanniti Pentri; da allora i monti su cui si è insediato Schiavi si chiameranno Montes Sclavi, toponimo permanente e costante in tutta la sua storia.

Su via Cirillo è possibile ammirare un murale dedicato al Santo Patrono realizzato nel 2022 da Marco Del Negro.